Che cos’è la Leishmaniosi
La leishmaniosi del cane è una malattia infettiva e contagiosa di origine parassitaria causata da protozoi del genere Leishmania (Leishmania Infantum), parassita intracellulare obbligato del sistema reticolo-istocitario dell’uomo e di altri mammiferi, trasmesso da agenti vettori, che colpisce sia gli animali (canidi e roditori) domestici sia gli animali selvatici. La leishmaniosi è per cui una grave patologia appartenente alle CVBD (Canine Vector Borne Diseases), o malattie trasmesse da vettore, e largamente presente anche in Italia, in particolare in tutto il bacino del Mediterraneo nonché nelle aree tropicali e subtropicali. Negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’area di diffusione della malattia, oltre le regioni quali la Liguria, le aree costiere del Centro-Sud soprattutto sul versante Tirrenico e le isole, ora è presente con nuovi focolai anche in molte aree nel nord Italia, dovuto certamente alle variazioni climatiche.
È trasmessa attraverso la puntura di un piccolo insetto (pappatacio) e può manifestarsi con un’ampia varietà di sintomi clinici, più o meno gravi, in base al grado di contagio e al punto di degenerazione della malattia.
Vediamo le parole chiave di questa malattia:
- Zoonosi, si intende una classe di malattie che può essere trasmessa da un animale all’uomo;
- Malattia cronica, si intende una malattia persistente nel tempo provocando progressivi danni al cane;
- Incurabile;
- Fatale, a seconda della gravità della malattia;
Come si trasmette la leishmaniosi canina?
Questa malattia, come già accennato, viene trasmessa da un insetto. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
La leishmaniosi per potersi sviluppare in un ospite deve essere veicolata allo stesso. A fare da vettore al parassita sono proprio i flebotomi (appartenente al genere Phlebotomus, di piccole dimensioni (2-3 mm), ovvero i pappataci.
Perché proprio i pappataci?
Mostrano caratteristiche simile alle comuni zanzare ed infatti prediligono i climi caldi, come quelli di molte aree dell’Africa Orientale, dell’Asia Sudorientale e dell’Europa. Nel Vecchio Continente è diffuso soprattutto nei territori che si affacciano sul bacino mediterraneo, inclusa l’Italia. Altre aree a rischio sono la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Francia meridionale. Inoltre anch’essi sono insetti ematofagi, cioè che pungono per nutrirsi di sangue, più piccoli e silenziosi di una zanzara. Infine si spostano per lo più durante le ore serali e notturne dei mesi caldi, indicativamente da maggio a ottobre.
Ciclo della leishmaniosi
Quando il pappatacio (in particolare la femmina) entra a contatto con il sangue di un cane malato, veicola la Leishmania anche per 19-20 giorni prima di inocularlo in un altro ospite durante un nuovo pasto di sangue. Inoltre, se punge un animale infetto e ne ingerisce il sangue, il pappatacio assume anche le leishmanie e ne diventa l’ospite cosiddetto “intermedio”.
Il ciclo di infezione prevede diverse fasi:
- pasto di sangue del flebotomo su un cane infetto e l’ingestione della forma aflagellata del protozoo (amastigote);
- Il protozoo infetta i macrofagi del cane;
- Tramite il circolo ematico raggiunge i linfonodi, fegato, milza e midollo osseo e cute;
- Diffusione nell’organismo con conseguente infezione sistemica.
Caratteristiche generali
- Il periodo di incubazione della Leishmaniosi va dai 6 ai 12 mesi anche se sono stati descritti casi in cui l’incubazione è stata anche di 4 anni;
- Non c’è differenza di sesso;
- Non ci sono predisposizioni di età;
- Non ci sono predisposizioni di razza;
- Indipendentemente dal tipo di pelo in quanto colpiscono, prevalentemente, le zone prive di pelo.
Sintomi
La malattia si manifesta prevalentemente nella forma viscero-cutanea con decorso subacuto o cronico.
Possono manifestarsi singolarmente o in gruppo o ancora possiamo essere in presenza di una forma asintomatica.
Ancora più rara è invece la forma acuta che si presenta con febbre alta, mancanza di appetito e debolezza del cane.
Quando però la patologia si sviluppa, i sintomi sono ben visibili e si distinguono in due tipi: viscerali e cutanei.
Sintomi viscerali:
- Affaticamento e sonnolenza;
- Perdita di peso;
- Perdita dell’appetito;
- Vomito;
- Diarrea;
- Lesioni oculari (congiuntivite, uveite, retinite);
- Anemia e perdita di sangue dal naso (epistassi);
- Aspetto “globoso” dell’addome (a causa dell’aumento di volume di fegato e milza);
- Insufficienza renale con conseguente aumento della diuresi (poliuria) e della sete (polidipsia);
- Linfoadenopatia;
- Dolori diffusi, zoppie;
- Glomerulonefrite (in caso di malattia cronica).
Sintomi cutanei:
- rarefazione del pelo;
- dermatite con pelle secca ed esfoliazioni tipo forfora;
- ispessimento della cute del naso e/o dei cuscinetti plantari (ipercheratosi);
- alopecia intorno a occhi, zampe e dorso;
- crescita anomala delle unghie (onicogrifosi);
- comparsa di ulcere nella zona peri-oculare (“cane con occhiali”), sulle orecchie, nella mucosa orale e nel naso.
Prevenzione
Generalmente è bene impedirne il contatto fisico con i flebotomi, tenendoli in casa durante l’alba e il tramonto (momenti di massima attività dei flebotomi) e utilizzando su di loro antiparassitari (spray, spot-on, collari repellenti o altro ancora).
Evitare le zone nei pressi di corsi d’acqua, specie se stagnanti, far dormire l’animale all’interno dell’abitazione durante le ore notturne e installare zanzariere a maglie fitte alle porte e alle finestre di casa.
È essenziale che abbiano un effetto repellente nei confronti dei pappataci per impedire loro di avvicinarsi all’animale e compiere il consueto pasto di sangue.
Possono anche avere un’azione insetticida, tale per cui un eventuale contatto con il cane conduce rapidamente a morte i piccoli insetti.
Ad oggi comunque è in commercio il vaccino che rappresenta un’ottima strategia di prevenzione per questa malattia.
Diagnosi
Per la diagnosi, essendo un parassita e coinvolgendo il sangue è possibile far eseguire:
- Esame parassitologico prelevando materiale da linfonodi o zona midollare. A questi si esegue una colorazione per identificare il parassita
- Isolamento colturale tramite materiale di linfonodi, raschiato cutaneo o sangue ecc… Questo tipo di test è considerato efficiente ai fini diagnostici
- Esame sierologico per identificare gli anticorpi anti-leishmania
- Esame Molecolare (test rapido ed accurato)
Terapia
Abbiamo già identificato questa malattia come una malattia cronica potenzialmente letale.
Per di più al momento non esistono farmaci in grado di debellarla una volta contratta, per cui è importante la prevenzione quanto una diagnosi precoce così da stadiare l’animale infetto da Leishmania infantum collocandolo nel gruppo di “esposti”, “infetti”, “malati” o “malati con quadro clinico grave”.
In caso di sintomatologia vengono somministrati farmaci leishmanicidi ma questo non porta all’eliminazione del parassita.
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Leggi anche L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE ANTIPARASSITARIA
Di: Antonio D’Ettorre, Filomena Sergio, Stefania De Natale